A cura di Eliana Ferroni
Rendere accessibili i dati per un controllo democratico dell'impiego delle risorse pubbliche e per la promozione della best practice in sanità.
Il D. Lgs. 33/2013 definisce la trasparenza come l’accessibilità totale delle informazioni che riguardano l’organizzazione e l’attività delle Pubbliche amministrazioni (Pa), allo scopo di favorire forme diffuse di controllo democratico sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche. Il principio della trasparenza viene riaffermato ed esteso dal D. Lgs. 97/2016, il cosiddetto “Freedom of information act” (Foia), che contiene alcune modifiche alla normativa sulla trasparenza, con una revisione dei dati oggetto di obbligo di pubblicazione e un ampliamento dell’istituto dell’accesso civico, allo scopo di favorire ulteriormente il controllo sulle attività delle istituzioni, promuovere la partecipazione degli interessati all’attività amministrativa e tutelare i diritti dei cittadini.
L’interesse per una maggiore trasparenza del settore pubblico si era notevolmente diffuso a livello internazionale a partire dal 2011, quando è stata lanciata l’iniziativa Open government partnership (Ogp). Questa, a cui attualmente aderiscono 75 Paesi, mirava a ottenere impegni concreti dai governi in termini di promozione della trasparenza, sostegno alla partecipazione civica, lotta alla corruzione e diffusione, dentro e fuori le Pa, di nuove tecnologie a sostegno dell’innovazione. La logica di questa iniziativa è semplice e si basa sulle oramai consolidate evidenze di come la trasparenza sia un presupposto fondamentale – se non il più importante – per il miglioramento dei servizi e della produttività. Il concetto generale alla base della trasparenza, secondo cui la condivisione dei dati tra una società e i suoi consumatori può ridurre i costi e migliorare la qualità del servizio, era già ampiamente consolidato in altri settori produttivi, come quello turistico o bancario. A sostegno di una maggiore trasparenza vi è, inoltre, la crescente consapevolezza di come i dati pubblici rappresentino una risorsa estremamente preziosa, in grado di stimolare innovazione e crescita economica.
Uno degli ambiti in cui nel tempo si è assistito a un ricorso a una maggiore trasparenza è quello sanitario, grazie alla condivisione delle informazioni presenti nei flussi amministrativi delle aziende sanitarie. Già nel 2007 sul sito web pubblico del National health system (Nhs) inglese venivano pubblicati i dati comparativi sulle prestazioni sanitarie offerte a livello territoriale, consentendo al paziente di informarsi sulle performance di una struttura sanitaria. Le conseguenze che ne sono derivate sono state importanti per le strutture stesse, ma anche a livello di sistema sanitario, tanto che a oggi in molte aziende è diventata routinaria la raccolta dati sul feedback dei pazienti riguardo i propri servizi, mentre in altre strutture si rendono disponibili i propri dati direttamente ai pazienti, attraverso lo sviluppo di strumenti informatici ad hoc, come i fascicoli sanitari elettronici. Una maggiore pubblicazione dei dati spesso promuove miglioramenti della produttività nei servizi pubblici e il numero degli studi a sostegno della condivisione dei dati comparativi sulla produttività in sanità è in continua crescita.
In alcuni Paesi, l’obbligo da parte degli ospedali di pubblicare online i tempi medi di attesa per le prestazioni sanitarie ha portato a un loro crollo. In altri, la diffusione dei dati comparativi sulle prestazioni effettuate da medici di uno stesso ospedale ha determinato sia un miglioramento della produttività che una qualità delle cure più appropriata. I medici con la performance peggiore tendevano, infatti, a migliorare in tempi rapidi, mentre i medici con i risultati migliori mantenevano il loro livello di prestazioni sanitarie elevato. La trasparenza ha, inoltre, promosso la diffusione delle best practice in queste strutture sanitarie.
Eliana Ferroni
Specializzata in Igiene e medicina preventiva, Eliana Ferroni collabora ad attività di ricerca epidemiologica attraverso l’analisi dei flussi informativi sanitari regionali e ha un incarico di natura professionale nell’ambito della salute e medicina di genere in Veneto presso il Servizio epidemiologico regionale.
Questo testo è tratto dal libroLe parole della bioeticaa cura di Maria Teresa Busca e Elena Nave (Roma: Il Pensiero Scientifico Editore, 2021). Per gentile concessione dell’editore.