Riconoscere i diritti dei bambini e delle famiglie arcobaleno
La posizione dell’Associazione culturale pediatri per una società inclusiva

Ops! Per usare il Centro di Lettura devi prima effettuare il log in!
Password dimenticata?Non hai un account? Registrati
Hai già un account? Log in
La posizione dell’Associazione culturale pediatri per una società inclusiva
L’Associazione culturale pediatri (Acp) con il presente documento intente dare il proprio contributo all’attuale dibattito sul tema dei diritti, del benessere e best interest di bambini e bambine che nascono e crescono in famiglie omogenitoriali.
I pediatri e le pediatre italiani/e da circa 20 anni si sono trovati ad accogliere coppie di genitori omosessuali con figli/e; tali esperienze si sono fatte sempre più frequenti rientrando nell’ampia variabilità di composizione delle formazioni familiari contemporanee (famiglie multietniche, genitori single, genitori divorziati, famiglie ricomposte ed allargate). La condivisione di percorsi nascita per coppie di donne, l’assistenza in terapia intensiva neonatale per neonati prematuri, cure primarie e ospedaliere ci hanno fatto maturare una sempre più corposa esperienza diretta. Tale attività pratica è stata integrata da un parallelo aggiornamento scientifico basato sullo studio dell’ampia letteratura nazionale e internazionale prodotta negli ultimi 40 anni sull’argomento.
Acp ha prodotto pubblicazioni [1,2] e promosso eventi formativi diretti a portate all’attenzione della comunità pediatrica italiana le consolidate acquisizioni circa le lo stato di salute dei minori figli di coppie omogenitoriali che possono essere riassunte schematicamente in pochi punti essenziali:
Tali posizioni sono state espresse anche nella recente lettera congiunta dei presidenti degli Ordini degli Psicologi delle Regioni Lazio, Campania, Sicilia, Marche, Abruzzo, Veneto ed Emilia Romagna indirizzata a Eugenia Roccella, ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità [3].
Secondo l’attuale normativa italiana i minori nati da coppie omogenitoriali che hanno eseguito all’estero un percorso di procreazione assistita regolamentato hanno riconosciuto in Italia solamente un unico genitore che risulta essere il genitore biologico. Questo porta al mancato riconoscimento della figura del genitore “intenzionale” (detto anche sociale) che cioè ha partecipato al progetto genitoriale e all’estero ha firmato il consenso informato per assumere una responsabilità genitoriale verso quel bambino/a. Attualmente in Italia al genitore intenzionale non vengono riconosciuti i doveri connessi alle decisioni sanitarie, il dovere di mantenimento, di assistenza, di istruzione, di educazione dei figli, il potere di ritirare i figli a scuola se non con delega scritta del genitore biologico, l’espressione di voto attivo negli organismo scolastici, la continuità affettiva in caso di morte del genitore legale o separazione della coppia. Nel caso di decesso del genitore biologico il bambino verrà posto sotto la tutela degli unici parenti biologici riconosciuti legalmente che non hanno nessun obbligo di mantenere la continuità affettiva del bambino con il genitore sociale.
Lo stesso ragionamento vale in caso di separazione tra due coniugi con figli i quali sono riconosciuti solo dal genitore biologico, non c’è infatti nessun obbligo legale di far mantenere al bambino i rapporti con l’altro genitore. A quest’ultimo inoltre non è riconosciuto neanche il dovere di emissione di un contributo economico come prosecuzione del mantenimento del minore.
Questo preoccupante vuoto di tutela nei confronti dei figli nati da procreazione medicalmente assistita all’estero, in Stati in cui la procreazione medicalmente assistita è permessa alle coppie dello stesso sesso, è stata messa in luce dalla Corte Costituzionale che con le sentenze n° 32 del 2021 e 33 nel 2022, ha invitato il legislatore a legiferare in merito per garantire il riconoscimento fin dalla nascita del genitore intenzionale (sociale) oltre al genitore biologico nell’ottica del best interest del minore.
La tutela del benessere dei bambini figli di coppie omosessuali può essere garantita solo dalla loro affermazione sociale come singoli e come appartenenti a una formazione familiare specifica.
Tale necessità è stata anche sancita nel 2022 dal 12esimo rapporto italiano del Crc, il gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza,composto da più di 100 soggetti del terzo settore italiano che si occupano attivamente della promozione e tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza [4].
Per quanto riguarda poi il contesto internazionale l’indicazione fornita dall’Unione europea è decisamente indirizzata al riconoscimento della doppia genitorialità in tutti gli Stati dell’Unione europea nell’ottica del miglior interesse del minore come dimostrato anche dalle recenti proposte di regolamento per armonizzare le norme sul riconoscimento transfrontaliero dei figli, anche di coppie omosessuali e dei loro diritti in tutta l’Unione europea. Per i motivi sopra citati, e forti di un osservatorio scientifico e psicosociale ormai quarantennale, ci facciamo portatori di una richiesta di tutela del benessere dei bambini figli di coppie omosessuali che può essere garantita in modo completo solo dalla loro affermazione sociale come singoli e come appartenenti ad una formazione familiare specifica e come questo dipenda in modo innegabile dal riconoscimento giuridico che lo Stato attua nei confronti di questi piccoli cittadini e dei loro genitori.
I pediatri e le pediatre dell’Acp chiedono al legislatore di incarnare le evidenze scientifiche nelle realtà sociali contemporanee per guidare scelte normative per il riconoscimento della doppia genitorialità omosessuale.
I pediatri e le pediatre italiane dell’Acp chiedono quindi al legislatore di incarnare le evidenze scientifiche nelle realtà sociali contemporanee per guidare scelte normative
I pediatri e le pediatre italiane dell’Acp chiedono quindi al legislatore di incarnare le evidenze scientifiche nelle realtà sociali contemporanee per guidare scelte normative che possano portare al riconoscimento della doppia genitorialità omosessuale e all’attuazione di politiche sociali di accoglienza delle minoranze sessuali e contrasto all’omotransfobia per una società più inclusiva e sicura per tutti i cittadini e le cittadine italiani/e.
Stefania Manetti
Presidente Acp
Gruppo Acp “Pediatria di genere”
Bibliografia
Lgbtqiapk. Di Matteo Cresti e Vera Tripodi
I molti punti di vista per una mente dinamica: l'editoriale di Guido Giustetto
Che cosa si rischia se perdura l’immobilismo politico? La nota di Carlo Modonesi
Tre attori che hanno in comune il futuro della nostra salute. Le riflessioni di Raffaele Giusti