Perché leggere ogni giorno un bel libro
Novanta minuti di lettura ininterrotta. I consigli di Richard Smith, ex-direttore del BMJ

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Novanta minuti di lettura ininterrotta. I consigli di Richard Smith, ex-direttore del BMJ
Richard Smith, medico già direttore del prestigioso The BMJ, ha pubblicato sul suo blog una versione leggermente rieditata di un suo articolo scritto per la rivista norvegese Michael di medicina: “Why I recommend all doctors — indeed, everybody — to read good books deeply every day”.
Quando gli abbiamo parlato del progetto ilpunto.it, quale spazio di riflessione e di “contaminazione di saperi” per sviluppare uno spirito critico sul “vivere da medico”, Smith ha accolto la nostra richiesta di tradurre e pubblicare questo suo articolo sul perché leggere un bel libro di narrativa e di poesie. Essendo un articolo lungo e corposo, lo abbiamo diviso in quattro parti – che pubblicheremo settimanalmente nel mese di agosto – per prendersi , di volta in volta, quel tempo materiale necessario per far sedimentare le riflessioni dell’autore sul valore della lettura quotidiana e sui diversi livelli di lettura tra il leggere e il non-leggere, e per prendersi nota quali libri leggere (o leggere una seconda volta) tra quelli suggeriti e citati.
Spero che non pensiate alla lettura come a un’attività passiva. La scrittrice canadese Margaret Atwood dice che, quando si sta seduti in silenzio a leggere un romanzo, il cervello è al massimo della sua attività. Dalle parole sulla pagina dovete creare un’immagine dei personaggi, della scena, dei suoni, degli odori, degli accenti, di tutto. La scrittrice dice anche che la lettura di un romanzo è la cosa più vicina all’essere nella testa di un’altra persona. Cosa c’è di più eccitante di questo? Dopo 71 anni in cui sono stato me, sono desideroso di cogliere ogni occasione per sapere cosa si prova a essere qualcun altro.
La lettura è un’attività magica, molto più dei trucchi di magia. Per definizione, se state leggendo questo articolo vuol dire che potete leggere, ma secondo l’Unesco ci sono circa 800 milioni di persone adulte analfabete, maggior parte delle quali donne. Nonostante i miei tentativi di scrivere nell’inglese più semplice, molti milioni di persone non sarebbero in grado di leggere questo articolo perché il loro livello di alfabetizzazione è troppo basso. Forse anche voi, illustri lettori, faticate a leggere Shakespeare in lingua originale o Proust nella vostra lingua madre. Io non riesco a leggere Beowulf, uno dei capolavori della letteratura inglese, e Chaucer è difficile. Temo che possiate dare per scontata la vostra capacità di leggere così come date per scontata la vostra salute e che abbiate dimenticato quanto sia magica. Considerate che potete guardare una pagina di minuscoli ghirigori ed essere immediatamente trasportati in un altro luogo, in un’altra epoca, in un altro mondo o trasformati in un’altra persona, potete essere infuriati, deliziati, mistificati o estasiati. In un istante potete sapere qualcosa che non avete mai saputo, forse qualcosa che cambierà la vostra vita.
La lettura è un’attività magica, molto più dei trucchi di magia.
Per me la lettura è più magica del cinema, del teatro e della radio, che comportano la visione o l’ascolto di persone, cosa che già facciamo continuamente. Inoltre, sono attività molto più passive della lettura e ci vengono imposte senza che possiamo controllarne il ritmo. Invece la pittura e la scultura si avvicinano alla magia della lettura e la musica ne rappresenta una seria rivale.
Spero che non ci sia bisogno di convincervi della magia e della bellezza della lettura, ma temo che non abbia la priorità che merita nella vostra vita. Più della metà degli adulti britannici nell’arco di una settimana non legge per piacere (non mi piace questa parola perché una buona lettura può essere dolorosa, ma è pensata per escludere la lettura per lavoro o per dovere), e solo uno su cinque legge per piacere ogni giorno. I norvegesi sono, credo, lettori più entusiasti. Sarà colpa delle lunghe notti? So che circa un norvegese su cinque ha letto qualcosa dell’autobiografia in sei volumi di Karl Ove Knausgaard (io ho letto solo i primi due). Non credo che esista un libro inglese moderno che sia stato letto da una percentuale così alta della popolazione, anche se i libri di Harry Potter (che non ho letto) potrebbero avvicinarsi.
Il mio obiettivo in questo articolo è quello di farvi diventare una di quelle persone che leggono ogni giorno, preferibilmente per più di un’ora.
L’editore mi ha permesso di mettere insieme questo articolo partendo da articoli e post che ho scritto negli ultimi 12 anni. Ve lo dico per non essere accusato di auto-plagio. In effetti mi sto auto-plagiando, ma ve lo dico. Non c’è inganno e, come ho sentito dire una volta a una conferenza sull’etica della pubblicazione e sulla cattiva condotta, “la divulgazione è quasi una panacea”.
Ho scritto circa 3000 pezzi su diversi blog e pubblicati sul BMJ, sul Guardian e sul mio blog personale. Una buona parte di essi riguarda i libri. Leggo bei libri da quando avevo circa 10 anni (ora ne ho 71) e la catena non si è mai interrotta, nemmeno quando ero un medico in formazione e lavoravo più di 80 ore a settimana. Non è un vanto (anzi, forse lo è), ma ve lo dico per dimostrare quanto la lettura sia stata importante nella mia vita. Per i primi 55 anni non ho tenuto traccia di ciò che leggevo, oggi invece registro tutto ciò che leggo sul sito Goodreads. Annoto qualcosa su ogni libro e di solito scrivo un pezzo che alla fine contiene diverse citazioni del libro. Lo faccio come per spremere fino all’ultima goccia da ogni libro.
Tuttavia non si arriva mai alla fine dei grandi libri, e mentre mi avvicino alla fine della mia vita ne sto rileggendo molti. Di solito mi piacciono più della prima volta. Detto questo, non sono molti i libri che ho letto tre volte, ma tra questi ci sono Middlemarch di George Eliot (“uno dei pochi romanzi inglesi scritti per persone adulte”, disse Virginia Woolf in modo un po’ snob), Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (uno dei pochi grandi libri che è anche un gran film) e Vicolo Cannery di John Steinbeck (un libro che può essere letto in due ore).
Devo dire qualcosa anche sulle citazioni. Questo articolo menziona molti libri famosi e non intendo citarli tutti. Molti li conoscerete e potrete trovarli in un attimo su Internet, su Amazon o in biblioteca. Farò però riferimento ai blog che ho cannibalizzato per scrivere questo saggio.
Sono molte cose e ne sono stato molte altre. Sono o sono stato un figlio, un fratello, un marito, un nonno, un amico, uno scrittore, un blogger, un presidente di vari organi, un manager, un leader, un camminatore, un sognatore, un cuoco, un medico, un attore televisivo, un poeta, un insegnante e un oratore; e sono stato uno studente, un mangiatore di cavallette, un bracciante, un viaggiatore, un editor, un fidanzato, un amministratore delegato, un pittore, un musicista e un ascoltatore. Alcune di queste cose le ho fatte bene e altre male. Ma una cosa che amo, che ho fatto più a lungo di qualsiasi altra cosa, a parte il figlio e il fratello, e che penso di saper fare bene è essere un lettore. Potrebbe essere questa la cosa che meglio di tutte mi definisce [1].
Tutti, penserete, siamo lettori. Tutti leggono. Non ci si può definire in quanto lettori. Ma io sono molto più lettore che medico, anche se sono laureato in medicina, sono stato iscritto al General Medical Council e ho curato molti pazienti. È stato molto tempo fa e non mi sono mai sentito un medico come mi sento un lettore. Allo stesso modo ho fatto l’editor per 25 anni, ma non lo faccio più e l’essere un editor non mi ha conquistato. Sono quasi uno scrittore e la scrittura è importante per me, ma sono molto più bravo a leggere che a scrivere.
Sostengo con forza l’affermazione di Martin Amis secondo cui “la verità è nella finzione” e quindi un romanzo è sempre al primo posto nelle mie letture.
Da subito sono stato esigente (mia moglie direbbe snob) riguardo ciò che leggevo. Mi sono tenuto alla larga dai giornali e, devo confessare, dalle riviste mediche e scientifiche (anche se ho passato 25 anni a redigerne una) per concentrarmi sui libri. Sostengo con forza l’affermazione di Martin Amis secondo cui “la verità è nella finzione” e quindi un romanzo è sempre al primo posto nelle mie letture. Un amico mi ha consigliato di non leggere nessun romanzo pubblicato negli ultimi trent’anni, ma di lasciare che il tempo selezionasse i romanzi migliori. Non ho seguito alla lettera il suo consiglio, ma probabilmente ho letto più romanzi vecchi di trent’anni, molti dei quali del XIX secolo, che romanzi recenti; e spesso sono rimasto deluso dai più recenti, mentre raramente lo sono stato da quelli più vecchi. Credo di essere diventato un lettore migliore. Perché leggo libri “belli”, non leggo mai velocemente e molti paragrafi li leggo due volte. Le poesie le leggo sempre due volte e molte le ho lette cento volte. Sono sempre più convinto che quando leggiamo un libro, in particolare di narrativa, leggiamo noi stessi (di questo parlerò più avanti).
Una volta chiesi a uno degli insegnanti di mio figlio che cosa distinguesse i ragazzi che vanno molto bene a scuola da quelli che se la cavano, mi rispose che era la lettura a portare a un rendimento migliore. Oggi i genitori preferiscono che i loro figli leggano libri piuttosto che giocare ai videogiochi o guardare You Tube, ma non è sempre stato così. Nel XIX secolo si riteneva che leggere molti libri, a parte la Bibbia, fosse pericoloso, soprattutto per le donne. Ironicamente, i personaggi dei romanzi di Trollope che leggono romanzi, in particolare quelli francesi, sono di solito deboli, dissoluti o entrambe le cose.
Mia moglie pensa che io sia impazzito per aver letto troppi libri. Quando l’ha detto ho subito citato Don Chisciotte, a dimostrazione del suo punto di vista. È vero che i libri che leggo e che ho letto diventano parte della mia vita. Una conseguenza è che spesso li cito nelle mie conversazioni perché ciò di cui stiamo discutendo mi ricorda un libro. Temo che questo possa sembrare pretenzioso.
Una buona lettura richiede tutta la vostra attenzione e dovreste leggere quando la vostra mente è al massimo. Questo momento è diverso a seconda delle persone, ma per me è la mattina presto. Se siete come me, vi consiglio di iniziare la giornata con 90 minuti di lettura ininterrotta [2]; suggerisco 45 minuti di narrativa, 30 minuti di saggistica e 15 minuti di poesia. La narrativa deve essere profonda, trattare temi importanti (morte, amore, relazioni) e avere uno stile eccellente. Anche la saggistica deve essere idealmente ben scritta, perché uno stile eccellente vi permetterà di attivare il vostro cervello nel modo giusto. La poesia – e ricordate che la maggior parte della poesia è scadente, quindi fate attenzione – vi darà il ritmo per tutta la giornata.
La lettura ci prepara in modo eccellente ad affrontare le assurdità, la fretta, le banalità, le richieste insensate e le brutture che inevitabilmente si presentano anche nei giorni migliori.
Altri modi per iniziare le giornate sono la preghiera, la meditazione e lo yoga, per questo mi piace sempre trovarmi nei Paesi musulmani dove la giornata di studio inizia con l’intonazione dei versetti del Corano. La lettura, credo, raggiunge lo stesso scopo di questi altri metodi, soprattutto perché si sta fermi e in silenzio. Credo che si riempia il cervello invece di svuotarlo, il che potrebbe suonare borghese e consumistico. Ma, se si legge bene, si riempie il cervello con un eccellente nutrimento mentale.
Conosciamo tutti l’espressione “alzarsi dal lato sbagliato del letto”: il modo in cui ci svegliamo è fondamentale per l’intera giornata. La lettura ci prepara in modo eccellente ad affrontare le assurdità, la fretta, le banalità, le richieste insensate e le brutture che inevitabilmente si presentano anche nei giorni migliori.
Dovete fare le vostre scelte su cosa leggere (anche se sono disposto a prescriverlo), ma lasciatemi illustrare il mio consiglio con l’esempio di ciò che ho fatto la mattina in cui ho scritto queste parole. Ho iniziato con 30 pagine de La montagna incantata di Thomas Mann, in particolare con una delle furiose e appena intelligibili discussioni tra Semprini e Naptha e poi con un resoconto dettagliato della morte di uno dei personaggi. Apprendo che quando si muore “anche gli uomini più virili soccombono a ingenuo e inconsapevole autoinganno; il fenomeno è naturale come la malinconia quando il processo di deterioramento si avvicina all’inevitabile fine”. Un memento mori è molto piacevole al mattino presto. (L’ideale sarebbe non leggere in traduzione ma in lingua originale, ma sono troppo stupido).
Successivamente sono andato nella Venezia del XVI secolo, un luogo eccellente dove iniziare la giornata, per leggere del dipinto di Tiziano Amore sacro e profano, uno dei più grandi quadri del Rinascimento italiano. Cosa potrebbe significare il quadro? Nessuno lo sa o lo saprà mai, il che è meraviglioso, ma Sheila Hale nella sua biografia di Tiziano ritiene che sia l’equivalente pittorico di una poesia scritta per un matrimonio, un’importante usanza veneziana.
E poi sono giunto alla poesia. Away Melancholy di Stevie Smith:
The ant is busy
He carrieth his meat,
All things hurry
To be eaten or eat.
Away, melancholy.
Man, too, hurries
Eats, couples, buries,
He is an animal also
With a hey ho melancholy,
Away with it, let it go.
Potreste andare oltre e, come il mio amico Ant (un uomo, non l’insetto di cui sopra), imparare alcuni versi a memoria. Ant impara le poesie ogni mattina mentre si fa la barba.
Per la coppia, ma soprattutto per il genitore single, che deve tirare fuori i figli dal letto, vestirli e dargli da mangiare, mandarli a scuola e poi correre a prendere il treno affollato, il mio consiglio sarà una scemenza irrealistica. Non ho sempre iniziato la giornata in modo così fortunato nel corso della mia vita, ma riflettete su questo: non sarebbe meglio perdere il telegiornale delle 22.00, andare a letto alle 21.30, svegliarsi alle 5.30 (sono otto ore) e leggere per almeno 30 minuti?
Richard Smith
Bibliografia
Pubblicato su Richard Smith’s non medical blogs il 24 giugno 2023, questo articolo è stato tradotto e pubblicato su il punto grazie a un accordo con l’autore che ringraziamo per la sua disponibilità.
A cura di Marco Bo
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