A partire dal Rinascimento l’arte e la medicina hanno condiviso l’interesse per gli studi anatomici e l’osservazione del corpo umano e fu anche grazie alla collaborazione tra le due che furono realizzate importanti opere come i primi atlanti di anatomia. Nel mondo contemporaneo questo ruolo di supporto reciproco è ormai perduto ed è quindi lecito chiedersi se ci possa ancora essere uno scambio tra le conoscenze mediche e quelle artistiche.
A questa domanda Vincenza Ferrara, direttrice del Laboratorio di Arte e Medical Humanities della Sapienza università di Roma, cerca di rispondere positivamente con il proprio lavoro integrando le tecniche delle Visual thinking stretegies (Vts) nella formazione medica. Le Vts sono un metodo di apprendimento alternativo nato negli Stati Uniti intorno alla fine degli anni Ottanta; questo metodo, attraverso l’osservazione e l’analisi in gruppo delle opere d’arte, ha lo scopo di sviluppare capacità cognitive e sociali ed è per questi motivi che viene applicato in molteplici contesti differenti, tra cui la formazione medica. La prima applicazione delle Vts in ambito medico-scientifico fu realizzata nel corso di medicina dell’università di Harvard nel 2003 e poi adottato in molte altre università degli Stati Uniti [1]. In Italia è stata proprio Vincenza Ferrara a introdurre queste tecniche di apprendimento all’interno dei corsi di laurea di medicina dell’Università di Roma la Sapienza, consolidando l’esperienza con la fondazione di un laboratorio di ricerca e sperimentazione in questi campi. Il laboratorio di Arte e Medical Humanities da lei diretto si occupa proprio di promuovere l’utilizzo del patrimonio artistico e culturale per la formazione dei professionisti sanitari a partire dall’inserimento di nuovi modelli pedagogici nei corsi di laurea di medicina e chirurgia.
Il crescente interesse a integrare nei corsi di laurea di medicina e chirurgia le discipline umanistiche risponde alla necessità di trovare nuove strategie per sviluppare le capacità di osservazione e di empatia, fondamentali per la pratica clinica [2]. In questo senso i programmi di insegnamento che si concentrano sull’osservazione critica e sull’affinamento delle abilità comunicative forniscono l’opportunità di riportare l’attenzione medica su capacità fondamentali per i medici che non dovrebbero essere in alcun modo trascurate poiché essenziali per l’articolazione dei problemi che sorgono regolarmente nella cura del paziente.
Le Vts prevedono l’analisi collettiva e guidata delle opere d’arte grazie alla quale vengono promosse l’osservazione del dettaglio, il confronto con l’incertezza e la capacità d’ascolto.
Abbiamo intervistato la professoressa Ferrara per capire meglio i benefici e l’aiuto che l’arte può fornire ai medici e l’importanza di comprenderla nei percorsi di formazione di area sanitaria.