Dove c’è John Berger, lì ci sono anch’io. Ho imparato un nuovo modo di vedere, di leggere l’arte e di approcciare la storia attraverso gli scritti di Berger e non rinuncerò mai a leggere qualcosa di questo scrittore (romanziere e saggista, ma anche pittore, sceneggiatore, commediografo, giornalista, critico d’arte). Grande gioia quindi per questa prima traduzione italiana di un suo libro de1 1967 Un uomo fortunato. Storia di un medico di campagna (Milano: Il Saggiatore, 2022) che racconta la storia di un medico del servizio sanitario nazionale, John Sassal. Parte integrante del racconto sono anche le numerose foto in bianco e nero di Jean Mohr (grande fotografo di respiro internazionale,1e foto a p. 9 e 103 sono da incorniciare nella memoria).
Dalla dimensione narrativa delle prime pagine si giunge a un diario morale e psicologico dove si affrontano le questioni filosofiche della clinica medica e della vita del medico.
Il libro inizia con le immagini della campagna del Gloucestershire, dove lavora Sassal, che immediatamente si fanno paesaggi interiori: “I paesaggi possono essere ingannevoli. A volte si direbbe che un paesaggio non sia tanto lo scenario della vita dei suoi abitanti quanto un sipario dietro il quale hanno luogo le loro lotte, le loro conquiste e le loro disgrazie”, questo è l’incipit.
Dalla dimensione narrativa delle prime pagine si passa a quella esperienziale di Sassal e quindi si giunge a una dimensione intima, giungendo a un diario morale e psicologico dove si affrontano le questioni filosofiche della clinica medica e della vita del medico. “Il paziente infelice va’ dal medico per offrirgli una malattia – nella speranza che almeno questa parte di lui (la malattia) possa essere riconoscibile”. E il medico si impegna a riconoscere l’umanità dei propri pazienti quando la malattia ha usurpato o devastato corpo e mente della persona.
Un libro rivoluzionario e oggi impossibile da replicare.
Riconoscere, testimoniare: ma a quale prezzo? I costi per il medico che non riconosce il proprio agire possono essere elevatissimi, dall’incontro con la depressione all’ambizione dell’onnipotenza. Il libro contiene una preziosissima postfazione dello stesso Berger scritta oltre trent’anni dopo la pubblicazione del libro con la conclusione della biografia di Sassal e di cui non sveliamo nulla.
Un libro rivoluzionario e oggi impossibile da replicare: quando mai si riuscirà a ripetere questa eccezionale esperienza di affiancare un medico (che coraggio ha avuto Sassal nel farsi accompagnare da uno scrittore e da un fotografo per un lungo tempo nel1’intimità della sua vita) con lo scopo di analizzare il significato della medicina delle cure primarie, la relazione medico-paziente e il ruolo del medico nella comunità. Un libro infine che mette al primo posto dei valori di una comunità le professioni di aiuto. Ancora oggi questa rimane una lettura fondamentale per i medici in formazione. Con il dottor Sassal che trova collocazione a1 limitare della porta, una soglia che rivela il rispetto e anche il limite tra medico e paziente, una porta tra guarigione e passaggio verso la morte, con il medico in bilico su questo limite e che cerca, con grande fatica, di renderlo vivibile.
Costantino Panza Associazione culturale pediatri
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Questa recensione è stata pubblicata sulla rivista Quaderni acp, numero 3, anno 2023. Su gentile concessione dell’Associazione culturale pediatri con cui il punto ha avviato una collaborazione per affrontare insieme, con un taglio interdisciplinare e dialettico, le tematiche nell’ambito della salute materno-infantile.