A cura di Mariella Immacolato
La perdita di capacità operative subentrate nella persona a causa di menomazioni intese come danno organico o funzionale.
In ambito medico la parola “disabilità” indica la limitazione, rispetto a parametri considerati normali, che una persona ha nello svolgimento di un’attività a causa della menomazione di cui è portatrice. Si differenzia dalla menomazione (fisica, psichica o sensoriale) che di quella condizione di disabilità costituisce il presupposto o la causa efficiente, e dall’handicap, che per definizione di legge (L. 104/92) è la condizione di “colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale e di emarginazione”.
La disabilità, secondo la classificazione dell’International classification of impairments, disabilities and handicaps (Icidh) del 1980, va interpretata come perdita di capacità operative subentrate nella persona a causa di menomazioni intese come danno organico o funzionale. L’Organizzazione mondiale della sanita (Oms) dichiara l’importanza di utilizzare l’International classification of diseases (Icd), la prima classificazione internazionale delle malattie (in Italia si fa riferimento alla versione 10 del 1992), e, in modo complementare, di fare riferimento all’Icidh, favorendo l’analisi ela comprensione delle condizioni di salute dell’individuoin una prospettiva più ampia, in quanto i dati eziologici vengono integrati dall’analisi dell’impatto che quella patologia può avere sull’individuo e sul contesto ambientale in cui è inserito. Il cambio di prospettiva dell’Icidh è grande perché sposta il focus dall’aspetto esclusivamente medico (biologico) della disabilità, volto a individuare la causa della patologia, all’importanza e all’influenza che il contesto ambientale esercita sullo stato di salute delle popolazioni. Con l’Icidh non si parte più dal concetto di malattia inteso come mera menomazione, ma da quello di salute, inteso come benessere fisico, mentale, relazionale e sociale che riguarda l’individuo, la sua globalità e l’interazione con l’ambiente. Questo concetto viene ulteriormente allargato dalla Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilita e della salute (Icf), approvata dalla 54° World health assembly il 22 maggio 2001, per la quale la “disabilità non è più appannaggio di alcune specifiche categorie di individui, ma diventa esperienza umana che può interessare ognuno di noi nell’arco della vita” (Who, 2001). Per l’Icf la disabilita è la somma di più fattori e può modificarsi nel tempo, a seconda di come questi variano; non riguarda la persona nel suo insieme, bensì alcuni aspetti ed è strettamente correlata alla partecipazione sociale e al benessere biologico e psicologico.
Il disabile, non raramente, invece di ricevere una maggiore tutela dei suoi diritti per sopperire alla sua condizione di svantaggio e di debolezza, ne riceve una minore.
L’evoluzione e l’allargamento di prospettiva sulla disabilità sono avvenuti a partire dagli anni ottanta del secolo scorso, quando il dibattito bioetico ha cominciato a essere più pervasivo e a portare alla ribalta la centralità della tutela dei diritti fondamentali dell’uomo. Sono gli anni in cui il concetto di salute, formulato dall’Oms nel 1948 come “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”, riceve nuovo impulso anche grazie alla bioeticache, ponendo al centro il diritto all’autodeterminazionedel paziente, evidenzia la contraddizione con lo specialismo esasperato della medicina del XX secolo, che identifica l’assistito con la sua malattia o, addirittura, con una sola parte del suo corpo, con un organo, con una fisiopatologia, negando cosi l’individuo come persona e come soggetto morale.
Mariella Immacolato Direttrice i. q. della Uoc Medicina legale Azienda Usl ToscanaNord Ovest
Questo testo è tratto dal libro Le parole della bioeticaa cura di Maria Teresa Busca e Elena Nave (Roma: Il Pensiero Scientifico Editore, 2021). Per gentile concessione dell’editore.