“La partecipazione della comunità è essenziale nella risposta collettiva al covid-19, dal rispetto del lockdown, dai passi da seguire quando i governi allentano le restrizioni, fino al sostegno della comunità attraverso il volontariato” secondo quanto riporta un commento del Lancet [1].
Nonostante la partecipazione da parte delle comunità sia stata proattiva in molte delle zone colpite dal sars-cov-2 – “nel Regno Unito, circa un milione di persone si è offerto volontario per essere d’aiuto nella risposta alla pandemia” – le attività per far fronte all’emergenza hanno avuto “apparentemente un input minimo da parte della comunità”.
Eppure, “le comunità, compresi i gruppi di persone più fragili o emarginati, possono identificare soluzioni”, affermano gli autori del Lancet. Ad esempio, conoscono in modo diretto le informazioni che circolano nella popolazione, possono fornire informazioni dettagliate sulle barriere strutturali esistenti, godono di una posizione strategica per entrare in contatto e lavorare con le altre persone della loro comunità per “escogitare risposte collettive”. Tale partecipazione – sostengono gli autori – è importante perché le misure di contenimento imposte ai cittadini, se impopolari, possono generare una bassa conformità all’interno della popolazione. “Con le comunità dalla nostra parte, siamo molto più propensi, insieme, a trovare soluzioni innovative e su misura, che soddisfino l’intera gamma di esigenze delle nostre diverse popolazioni”.
Le comunità, compresi i gruppi di persone più fragili o emarginati, possono identificare soluzioni.
“In tempi instabili in cui le società stanno subendo cambiamenti molto rapidi e di grande portata”, è necessario conoscere e approfondire tuti gli aspetti che caratterizzano la società. È fondamentale che si dia spazio all’ascolto e alla comprensione di alcune delle difficoltà causate dalle restrizioni dei governi, ad esempio, diverse ricerche hanno confermato che il lockdown incentiva la violenza domestica. Inoltre, l’accesso ai metodi contraccettivi, all’interruzione volontaria di gravidanza o a strutture sanitarie che garantiscano la sicurezza durante il parto rischia di essere compromesso. “Identificare e mitigare tali danni richiede a tutti i membri della società un lavoro di squadra” sostengono gli autori.
Le esperienze relative alle passate epidemie (di hiv/aids, di ebola più recentemente) “dovrebbero farci da guida” per il presente, proseguono gli autori. Le mobilitazioni e la partecipazione delle comunità sono state fondamentali per ridurre lo stigma nei confronti di chi contraeva il virus; per diffondere informazioni verificate e screditare false credenze; per incentivare lo screening e per aiutare a ridurre i prezzi dei farmaci.
“Quindi, come possiamo creare una coproduzione costruttiva per rispondere all’emergenza pandemica di covid-19 in cui il tempo è poco?”. Gli autori propongono una risposta riassunta in punti chiave, quali ad esempio creare spazi in cui le persone possano prendere parte alle loro condizioni (ovvero, evitare formalità burocratiche o gergo tecnico) e superare la semplice raccolta di opinioni incoraggiando un dialogo e una riflessione verso la progettazione partecipativa.
In primo luogo, proseguono gli autori, “i governi dovrebbero immediatamente istituire e finanziare specifiche task force per garantire che la voce della comunità sia inclusa nella risposta all’emergenza”, tramite “personale dedicato che possa aiutare i governi a impegnarsi nel dialogo con i cittadini, a lavorare per integrare la risposta attraverso l’assistenza sociosanitaria e a coordinare lo scambio con le forze dell’ordine e l’istruzione”.
I governi dovrebbero immediatamente istituire e finanziare specifiche task force per garantire che la voce della comunità sia inclusa nella risposta all’emergenza.
Infine, “i decisori politici che lavorano alla risposta dell’emergenza covid-19 dovrebbero assicurarsi che i cittadini comprendano che le loro voci vengono ascoltate”. Dare dimostrazione che le risposte politiche (o le azioni locali) rispondono a preoccupazioni specifiche della comunità aiuterà quest’ultima a prendere atto che il benessere e le esigenze dei cittadini vengono presi in considerazione; di conseguenza la comunità sarà più incline ad essere maggiormente conforme alle restrizioni dovute all’epidemia e incoraggerà la condivisione di soluzioni creative. “La partecipazione della comunità costituisce la promessa di ridurre i danni immediati causati dalla pandemia di covid-19 e, soprattutto, di costruire una futura resilienza”.