Se con il termine “comitato” si intende generalmente “un insieme di persone a cui è affidato un incarico specifico, nell’ambito dell’assistenza sanitaria e della ricerca scientifical’espressione “comitato etico” (Ce) viene usata per intendere quattro enti diversi, che hanno funzioni diverse ma alcuni elementi in comune.
Li accomuna la composizione multidisciplinare e il rispetto di una regolamentazione propria che dettaglia i compiti, disciplina le modalità di funzionamento ed esplicita le regole di comportamento a cui devono attenersi coloro che ne fanno parte. I membri che li costituiscono afferiscono in maggioranza al settore medico-sanitario degli enti stessi nei quali i Ce sono stati istituiti; una minoranza è, invece, formata da individui, talora indicati con il termine “laici”, provenienti dal territorio, esperti in altri settori disciplinari (legale, giuridico, etico) o membri di associazioni di pazienti o di volontariato.
Venendo alle quattro tipologie su indicate, il Ce e prima di tutto l’organo consultivo degli enti governativi riguardo le tematiche relative alle scienze della vita e alle politiche sanitarie. Il Ce del governo italiano e il Comitato nazionale per la bioetica (Cnb), istituito nel 1990.
Un secondo tipo di Ce e quello che viene a formarsi all’interno delle varie società scientifiche e associazioni operanti nel settore sanitario (per esempio il comitato etico della Società italiana di pediatria [Sip] o dell’Associazione culturale pediatri [Acp]).
Un terzo tipo di Ce è l’organo pubblico, indipendente e autonomo, deputato alla valutazione e all’approvazione dei protocolli di studio dei centri di ricerca. Il suo parere è vincolante, ossia l’approvazione dello studio da parte del Ce e indispensabile per poter iniziare la sperimentazione. In questo caso le sue funzioni sono di institutional review board, ossia il Ce esamina gli studi (e tutta la documentazione relativa) e verifica che essi, oltre a essere scientificamente adeguati, siano condotti nel rispetto delle norme legali ed etiche. Particolare attenzione viene data agli studi che prevedono la partecipazione di umani e, tra questi, di esponenti delle categorie considerate più fragili (minori d’età, anziani), o di individui affetti da disturbi psichici o disabilità mentale. Il Ce verifica anche l’idoneità della modulistica relativa al consenso informato del partecipante e l’eventuale presenza di conflitti di interesse dello sperimentatore principale e dell’intero staff di ricerca. La Comunità europea ha indicato, quale principale compito del Ce per la validazione dei protocolli sperimentali, proprio il “verificare che vengano salvaguardati la sicurezza, l’integrità e i diritti umani dei soggetti partecipanti a uno studio” (Ema 1995). In Italia la rete di tali Ce è stata istituita con il decreto ministeriale “Linee guida per l’istituzione e il funzionamento dei comitati etici” del 18/03/1998.
Il Ce è, infine, l’organo consultivo di supporto alla pratica clinica, quand’essa incontri problematiche etiche connesse alle attività di cura(si pensi alle molte questioni che possono sorgere all’inizio o alla fine della vita umana o alle possibili scelte dilemmatiche che possono delinearsi nei vari percorsi terapeutico-assistenziali). Il Ce per la pratica clinica è, quindi, un organo che affronta in modo sistematico e strutturato – sia rispetto ai contenuti sia rispetto alla dimensione istituzionale – il problema delle scelte dei pazienti o dei loro rappresentanti legali. A differenza degli altri organi istituzionali deputati alla promozione dell’umanizzazione dell’assistenza sanitaria (commissioni di natura deontologico-professionale, assemblee sindacali, tribunali per i diritti del malato), questo Ce assume la dimensione etica come unica prospettiva su cui fondare il suo parere. In termini pratici le sue principali funzioni consistono nell’analisi etica di casi concreti, nell’elaborazione di pareri consultivi (non vincolanti), nell’ausilio di pazienti, rappresentanti legali e operatori nei momenti di scelta, e nella formazione di operatori e professionisti sanitari (compito, questo, che condivide con gli altri tipi di Ce).
I Ce per le sperimentazioni e quelli per la pratica clinica, secondo alcuni, dovrebbero essere unificati in un unico ente, polifunzionale. La tendenza prevalente, oggi, spinge invece a separare i due ambiti: da un lato quello specifico della valutazione degli studi di ricerca, dall’altro l’ambito più generale delle valutazioni etiche riguardanti i vari aspetti della pratica clinica e della diffusione della cultura bioetica.
Elena Nave Comitato etico interaziendale, Aou Città della salute e della scienza di Torino Ao Ordine Mauriziano – Asl Città di Torino Consulta di bioetica onlus
Questo testo è tratto dal libro Le parole della bioeticaa cura di Maria Teresa Busca e Elena Nave (Roma: Il Pensiero Scientifico Editore, 2021). Per gentile concessione dell’editore.