L’animalismo e la salute globale
L’urgenza di una nuova etica per fronteggiare le sfide dell’antropocene: Simone Pollo

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L’urgenza di una nuova etica per fronteggiare le sfide dell’antropocene: Simone Pollo
La pandemia da sars-cov-2 ha reso evidente e centrale nel dibattito pubblico qualcosa che le scienze del vivente da Darwin in poi hanno acquisito ed esplorato in modo sempre più approfondito. L’esistenza di ogni organismo (Homo sapiens incluso) è possibile solo in una rete di relazioni e mutue dipendenze con tutti gli altri esseri viventi e l’ambiente. È questa la dimensione ecologica che caratterizza strutturalmente la vita. Proprio nella consapevolezza della natura ecologica del vivente da alcuni anni si è andato sviluppando il concetto di “One Health”, ovvero l’idea che per perseguire la salute a livello globale si debba porre attenzione e cura non solo alla condizione umana, ma anche a quella di animali e ambienti.
La diffusione dell’idea di One Health e l’adozione di politiche in suo favore riguarda i primi due decenni del ventunesimo secolo. Questo modo di porre attenzione agli animali non umani e agli ambienti naturali è recente e perlopiù funzionale agli obiettivi di salute e benessere dell’umanità. Tuttavia, nella riflessione filosofica e nel dibattito pubblico l’attenzione al mondo non umano risale più in là nel tempo e si articola a partire da ragioni non così chiaramente strumentali.
A partire dalla seconda metà del ventesimo secolo, infatti, la discussione filosofica si è dedicata in modo sistematico ad approfondire l’idea che agli animali non umani e agli ambienti naturali (con ciò che li compone, come piante, ecosistemi e paesaggi) debba essere riconosciuto rispetto morale ed eventualmente protezione giuridica. In questo compito l’analisi filosofica si è intrecciata in un dialogo, fatto di mutue e reciproche influenze, con quei movimenti che perseguono a livello sociale e politico la tutela di animali e ambienti, ovvero animalismo e ambientalismo.
In una prospettiva darwiniana e non antropocentrica la capacità degli animali di essere senzienti fornisce ragioni per considerarli degni di rispetto morale.
Volendo focalizzarsi specificamente sull’interesse filosofico e politico per gli animali non umani, si deve rilevare come dopo la rivoluzione scientifica darwiniana non ci si possa più trincerare dietro una presunta eccezionalità e unicità della specie umana per ritenere che l’Homo sapiens abbia diritto a usare in modo strumentale per i propri scopi ogni altro essere vivente sulla Terra. Il quadro darwiniano del vivente – fatto di comuni origini, parentele e differenze di grado (e non di natura) – destituisce di validità la pretesa che la moralità possa essere radicalmente antropocentrica.
In una prospettiva darwiniana e non antropocentrica la capacità degli animali (moltissime specie, se non forse tutte, seppure in modi diversi) di essere senzienti, ovvero di provare piacere e dolore, fornisce ragioni per considerarli degni di rispetto morale, ovvero per garantire ad essi uno status diverso da quello di semplici cose pienamente disponibili agli esseri umani. Qui non si può scendere nel dettaglio relativamente a ciò che un tale posizione normativa richiede nella grande varietà di interazioni che la nostra specie ha con gli animali non umani. Si può, invece, elaborare una riflessione su uno dei modi in cui gli esseri umani utilizzano gli animali, ovvero l’allevamento a scopo alimentare, viene messo in discussione da una prospettiva morale animalista e di come questa messa in discussione può entrare in dialogo con l’idea di One Health e con i suoi obiettivi.
L’animalismo e l’etica animale (ovvero la sua controparte filosofica) affermano che laddove vi siano alternative, come accade nelle nostre società economicamente sviluppate, l’alimentazione di origine animale non è moralmente accettabile. La quantità di sofferenze imposte agli animali (soprattutto nelle forme intensive e industriali di allevamento) e la loro morte non è giustificata in nome del mantenimento di abitudini alimentari consolidate, per quanto piacevoli e gradite per chi le pratica. La natura senziente degli animali d’allevamento implica come richiesta morale la transizione a una dieta vegetariana, se non vegana. È questo il nucleo dell’argomentazione “classica” circa l’uso alimentare degli animali.
Oggi questa argomentazione si salda con ulteriori considerazioni sul fenomeno dell’allevamento degli animali. Si pensi al fatto che oggi la biomassa dei mammiferi che vivono sul pianeta è costituita per la grande maggioranza da animali di allevamento. Questi ultimi sono infatti il 62 per cento dei mammiferi presenti sulla Terra, laddove gli umani sono il 34 per cento e i mammiferi selvatici un minuscolo 4 per cento. Questo dato (che non tiene conto di molto altro, come ad esempio gli oltre 70 miliardi di capi di pollame macellati ogni anno nel mondo) ci mostra con chiarezza qual è la natura delle relazioni fra umani e animali oggi e quali siano le sue conseguenze sull’ambiente a livello globale. Le emissioni di gas serra causate dall’allevamento sono quasi il 15 per cento delle emissioni prodotte dagli esseri umani e responsabili della crisi climatica che stiamo sperimentando.
L’idea di One Health può essere pienamente parte di una riflessione per l’elaborazione di un’etica per fronteggiare le sfide dell’antropocene, immensi problemi creati dalla specie umana e che solo l’essere umano può provare a risolvere.
Alla luce di queste considerazioni il cambiamento dell’alimentazione umana, con una drastica riduzione degli alimenti di origine animale (se non il loro abbandono), appare un’urgenza morale su un duplice livello. Da un lato, infatti, la sofferenza e la morte di miliardi di animali per il consumo umano non appare accettabile e, dall’altro, l’allevamento, come causa della crisi climatica, contribuisce in modo determinante a minare la salute, il benessere e la stessa possibilità di sopravvivenza degli esseri umani di oggi e di domani. In questa prospettiva, l’idea di One Health e le sue politiche non possono guardare alla vita, alla salute e al benessere degli animali non umani solo come mezzi per realizzare la salute umana. La nozione di salute globale può e deve fare proprie le istanze già avanzate da tempo dall’etica animale e dall’animalismo (come quelle dell’etica ambientale e dell’ambientalismo, di cui qui non si è potuto dire). In questo quadro, quindi, l’idea di One Health può essere pienamente parte di una riflessione per l’elaborazione di un’etica per fronteggiare le sfide dell’antropocene, immensi problemi creati dalla specie umana e che solo l’essere umano può provare a risolvere.
Simone Pollo
Filosofo
Sapienza università di Roma
Letture consigliate
– Casetta E. Filosofia dell’ambiente. Bologna: Il Mulino, 2023.
– Pellegrino G, Di Paola M. Nell’antropocene. Etica e politica alla fine di un mondo. Roma: DeriveApprodi, 2018.
– Pollo S. Umani e animali. Questioni di etica. Roma: Carocci, 2016.
– Pollo S. Manifesto per un animalismo democratico. Roma: Carocci, 2021.
– Pontara G. Etica e generazioni future. Roma: Mincione, 2021.
– Rachels J. Creati dagli animali. Implicazioni morali del Darwinismo. Roma: Edizioni di Comunità, 1996.
– Rufo F. Scienza e bene pubblico. Cittadinanza, conoscenza, democrazia. Roma: Donzelli, 2023.
– Singer P, Mason J. Come mangiamo. Le conseguenze etiche delle nostre scelte alimentari. Milano: Il Saggiatore, 2006.
– Vineis P, Savarino L. La salute del mondo. Ambiente, società, pandemie. Milano: Feltrinelli, 2021.
Simone Pollo (Torino, 1971) insegna “Etica e scienze del vivente” e “Bioetica” presso il Dipartimento di filosofia della Sapienza università di Roma. Svolge attività didattica anche presso l’Università di Torino, la Universitat Autònoma de Barcelona e la Università Kardinal Stefan Wyszyński di Varsavia. I suoi interessi di ricerca riguardano le origini evoluzionistiche dell’etica, la filosofia della biologia e della scienza (con particolare riferimento alle questioni dell’etologia e della cognizione animale), le relazioni fra scienza e società, l’etica animale e l’etica ambientale. È autore, fra l’altro, delle monografie Scegliere chi nasce. L’etica della riproduzione umana fra libertà e responsabilità (Guerini, 2003); La morale della natura (Laterza, 2008); Umani e animali: questioni di etica (Carocci, 2016); Manifesto per un animalismo democratico (Carocci, 2021).
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